Dopo
un momento, quando ho reclinato il capo
e
tutto il mondo si capovolse e si raddrizzò,
e
giunsi dove la vecchia strada brillava bianca,
camminai
per le vie e udii ciò che tutti gli uomini dicevano,
foreste
di lingue, come foglie d'autunno non ancora cadute,
non
spregevoli ma strane e sommesse;
vecchi
enigmi e nuove credenze, non a dispetto
ma
dolcemente, come quando gli uomini
ridono dei morti.
I
saggi hanno centinaia di mappe da offrire,
come
un albero tracciano i loro rampicanti cosmi,
frullano
la ragione in molti modi, un setaccio
che
trattiene la sabbia e libera l'oro:
e
tutte queste cose sono meno che polvere per me
perché
il mio nome è Lazzaro e sono vivo.
G.K.Chesterton, The Convert
Con questi versi inizia l'avventura di questo blog che vuole essere come un cassetto della mia scrivania in cui sono riposte molte cose inutili da custodire. Raccolgo qui i fatti, le avventure, i pensieri e le riflessioni di Lazzaro che dopo l'uscita dalla caverna continua ad aggirarsi per il mondo. Gli avevano detto che comunque sarebbe nuovamente morto, egli incurante di tale particolare continua a percorrere le sue strade, lasciando che il tempo passi senza troppe e inutili preoccupazioni. Te lo puoi trovare in fila alla posta o tra i manifestanti in rivolta con i gilet gialli, a lavoro con gli operai delle fabbriche di mattoni di Tozeur o seduto in riva al mare mentre beve birra in buona compagnia. Lo trovi anche a casa, sul divano, mentre guarda la tv nel salotto invaso dai giocattoli dei figli o in mezzo ai rumori dei clacson nel traffico cittadino del pomeriggio inoltrato. Se hai l'occhio scaltro Lazzaro lo puoi scovare ovunque, in mezzo al carnaio metropolitano di una qualsiasi Bombay abitata da milioni di uomini come anche nel solitario rifugio di un anonimo eremita, perché Lazzaro è l'uomo che continua a voler vivere.
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