venerdì 10 maggio 2019

#1 - L'evasore eterno -


Il grande vantaggio che internet offre è quello di consentire a tutti, anche a quelli che hanno timore di prendere l’aereo, di viaggiare. Oggi infatti se si parla di navigazione si pensa prima di tutto ai meandri della rete cibernetica piuttosto che alla bonaccia del vento che gonfia le vele di un veliero nel mare. Spostarsi altrove o viaggiare ci piace veramente un sacco, forse, andando a scavare, qualche scienziato in gamba potrebbe persino trovare il gene touring-club nel nostro dna. Questo fatto che ci appartiene fino al midollo delle ossa lo possiamo verificare non solo osservando la nostra personale esperienza ma anche andando a guardare quali sono le storie che maggiormente ci raccontiamo. Sono millenni ad esempio che ascoltiamo le avventure di Ulisse e degli Argonauti, di Enea e dei Greci in rotta verso Troia, tutte storie di viaggi che si sono arricchite nei secoli di tanti altri racconti come quello di Dante, di Chaucher, di Marco Polo fino ad arrivare a Chatwin che ci parla di un viaggio in Patagonia e Pirsig che racconta la traversata dal Minnesota alla California fatta a cavallo di una moto insieme a suo figlio. 
Pensando a tutto questo saremmo portati a considerare quanto grande sia l’uomo e il suo desiderio di ricerca che lo spinge a inoltrarsi fino ai confini del mondo, oltre le colonne d’Ercole anzi fino agli oscuri limiti dello spazio. Io però ritengo invece che ci sia anche dell’altro, credo che tutta questa storia del forte desiderio di conoscere e scoprire nuovi orizzonti sia in realtà una spiegazione infiocchettata che diamo a noi stessi per dirci che in fondo non siamo poi così male. Ora la realtà è che ogni storia per essere vera e non solo bella, ha bisogno anche di un cattivo, di quel lato oscuro e misterioso che la trasforma in un’avventura.
 Il desiderio di andare via e di mettere la bandiera su terre sconosciute viene secondo me dall’impulso dell’evasore che ci spinge a scappare e ad allontanarci non da un luogo ma da chi condivide la vita con noi, ossia dalle persone che abbiamo accanto. Ma perché? Perché le persone vicine ci sono terribilmente fastidiose, sono ingombranti, tanto ingombranti che inevitabilmente mettono a soqquadro la nostra stanza ordinata.  Possiamo pure considerare chi ci sta accanto come un oggetto strambo, vedere la nonna come una mummia da museo o rappresentarci lo zio come l’uomo di Neanderthal. Ma tutti costoro che vorremmo fossero semplici e innocui pupazzi da osservare come al teatro delle marionette sono in realtà vivi e liberi, non se ne stanno fermi e buoni, ma prendono iniziativa, invadono il nostro territorio e ci costringono ad ascoltare il suono delle loro trombe che chiamano a raccolta le truppe per sferrare contro di noi il loro attacco.  Davanti a noi si presentano due alternative: o accettare la sfida o darcela a gambe, scappare, andare via. La vita di chi ci sta accanto è impegnativa perché è vitale, nel senso che è viva, imprevedibile, ma anche nel senso che si può arrivare a pensare che chi ci sta accanto potrebbe persino essere in grado di occuparsi di noi e questo è proprio difficile digerirlo! 


Nessun commento:

Posta un commento

# 12 - Artisti per la vita

  La ricerca della voce personale che sia in grado di comunicare e di esprimersi autenticamente è un compito irrinunciabile per l’uomo e cre...