Babbo Natale ha parcheggiato le renne nella stalla, anche per quest’anno cenoni e pranzi natalizi sono stati consumati e digeriti, resta ancora qualche rimasuglio di panettone e di torrone, il grosso del lavoro comunque è stato portato a termine con risultati soddisfacenti. Tuttavia la promessa di appagamento che il Natale ogni anno porta con sé è stata ancora una volta rimandata. Per questo motivo la pancia non totalmente soddisfatta reclama altro e a consolarla arriva l’attesa del grande cenone di capodanno! Riparte così la giostra delle ricette e dei piatti, dei dibattiti tra gli scaffali del supermercato, della ricerca di un posto adeguato dove passare l’ultimo dell’anno, della lista di tutti quelli che parteciperanno al supermegagalattico cenone e tante altre cose di questo tipo.
L’insoddisfazione post-natalizia però non mi pare che sia una questione gastronomica e nemmeno può essere riferita alla tristezza della sera del dì di festa che aveva così tanto abbattuto Leopardi. Una domanda rimane senza risposta nonostante tutte le tradizionali consuetudini natalizie siano state perfettamente rispettate. Alla fine questo bambino che abbiamo ricordato il 25 dicembre chi è veramente? Sembrava che fosse nato per dare una risposta a tutti gli interrogativi e risolvere tutti i problemi. In realtà la sua nascita ha complicato ulteriormente le cose, nel senso che ha reso l’enigma dell’esistenza più grande di quello che già era prima della sua nascita. In poche parole il bambino in questione non ha svelato il mistero ma lo ha reso più grande.